mercoledì 3 dicembre 2008

L´insostenibile pesantezza della categoria



Scorro i contributi a questo blog e scopro quanto siano lo specchio fedele del campionato 2008/2009 del Perugia. Gioia, speranza, rassegnazione, speranza, gioia, speranza, rassegnazione. Allargo la prospettiva e capisco di aver acquistato un biglietto per le montagne russe nel 2005, di esser salito su per starci 5 minuti, di aver intuito che la giostra si é inceppata e non c´é niente e nessuno che sia riuscito a fermarla. Su e giu´per quattro anni. Campionato di calcio serie C1 girone B/PRO anno 2005/2009: centodiciotto partite giocate inclusi i playoff, 118, un numero utile da chiamare anche per i casi piu´impellenti di orchite, malattia dalla quale siamo ormai tutti piu´o meno affetti. Quindi tenetevelo caro. Due sesti posti, vale a dire la piu´alta posizione inutile a cui poter ambire. Un quinto posto, la peggior posizione utile, cui é seguita l´abbuffata pantagruelica di Ancona, dove ci siamo divorati letteralmente la qualificazione alla finale che, si narra, avremmo vinto. E pensare che ancora a Perugia c´é chi si chiede come sia possibile che certi giocatori si siano presentati all´avvio di stagione in sovrappeso. Dopo quella giornata di bagordi. La volpe di Esopo mancava l´uva per un nonnulla, punizione inflittale a priori per averla, a posteriori, disprezzata. A noi che non disdegneremmo affatto uno ziBiBBo, pur privati dei grappoli montefalchesi della A, viene inflitta la stessa punizione. Il motivo non si sa ma la conseguenza é nota: la dolorosa infiammazione di cui sopra.
Siamo alla vigilia di una partita in cui affronteremo fuori casa una squadra anonima che ha fatto ben pochi punti (ma pur sempre due in piu´della Pistoiese con cui fuori casa abbiamo pareggiato), che ha cambiato un tecnico in corsa facendo una scelta malaugurata e cascando dalla padella nella brace (ma purtroppo non gioca lui), che cinque anni fa poteva essere, in quanto squadra (credo) di calcio (credo) umbra, la nostra avversaria nelle consuete partitelle del giovedí dove si andava spesso e volentieri in doppia cifra (ma, appunto, cinque anni fa).
Impossibile azzardare quindi un pronostico sulla base dei valori delle squadre e del loro comportamento finora. Accidenti alla meglio. Possiamo solo affidarci a difficoltose elucubrazioni cabalistiche, e pensare con ottimismo che non c´é due senza tre (partite giocate con compagini di cittá meno lontane di 100 km; ma non chiamiamo, per favore, derby, una partita che si gioca una volta ogni morte di 2 papi), che ad un pareggio non é mai seguita una sconfitta, che nell´ottovolante di gioia speranza rassegnazione ci sono dentro tutti dalla prima all´ultima, che la vetta é incredibilmente meno distante di due domeniche fa, che se anche il baratro é meno distante non guarderemo giu´, che la classifica é piu´corta di ún barattolo, che tutto puo´succedere e che quest´anno puo´ancora essere l´anno buono.
E che se qualcosa va storto con conseguente acutizzarsi dei malesseri alle pudenda, c´é sempre il 118 da poter chiamare.

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