lunedì 24 novembre 2008

La difficile alchimia del tifo perfetto


Bei tempi quelli in cui tifare era semplice...si andava allo stadio, 4 cori..mpo' di striscioni, qualche bandiera a due aste per gli sfottò e via...se poi c'erano i fumogeni nessuno poteva dire niente, tifo perfetto. Ora invece niente di tutto questo; nell'epoca della crisi globale anche andare allo stadio e fare il proprio dovere di tifosi non è più così scontato. La squadra è forte, ma è debole di carattere e così occorre una serie di piccoli accorgimenti indispensabili per i sostenitori del Grifo per incoraggiare i giocatori senza pregiudicarne il delicato equilibrio psicologico. Ecco alcuni esempi:
1) Presentarsi in massa allo stadio, ma mimettizandosi: i giocatori non devono avvertire la nostra presenza, causerebbe eccessiva pressione.
2) Applaudire anche ai passaggi sbagliati e alle tazzine difensive: convincerebbe i Nostri che siamo di poche pretese, come ha anche detto il Mister, e quindi li renderebbe più tranquilli.
3) Evitare assolutamente cori provocatori come "andate a lavorare" . Gli ricorda troppo brutalmente che sono dei professionisti e questo potrebbe far venire meno quel "gusto del gioco" che è fondamentale nell'arco della gara.
4) Non fare assolutamente come a Pistoia in cui, essendo la tifoseria di casa del tutto assente, i nostri cori continui li hanno fatti sentire quasi al Curi, con tutte le complicanze psicologiche e quindi tattiche che ne sono derivate. In casi come quelli si resta fuori dallo stadio e si aspetta in silenzio.
Certo, non è facile ma con un po' di impegno riusciremo anche noi ad essere dei tifosi perfetti.
Sommessamente Forza Grifo.

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